La pubblicazione "Digitalisation in Europe – 2025 edition" di Eurostat fornisce una panoramica dettagliata della trasformazione digitale in Europa. L'analisi pone particolare attenzione alle competenze digitali, all'adozione tecnologica da parte di cittadini e imprese e all'uso di internet per attività quotidiane e professionali.
L'Unione Europea ha fissato come obiettivo fondamentale per il 2030 che almeno l'80% della popolazione europea possieda competenze digitali di base. Tuttavia, nel 2023, solo il 56% della popolazione dell'UE aveva raggiunto tale livello. Ciò significa che il 44% dei cittadini europei era ancora privo di competenze digitali minime. Tra i paesi più virtuosi spiccano i Paesi Bassi (83%) e la Finlandia (82%). Al contrario, l'Italia resta sotto la media europea: solo il 45,8% degli italiani sa muoversi online e utilizzare strumenti digitali di base. La maggior parte dei cittadini italiani ha infatti difficoltà persino nell'invio di un'email o nella ricerca di informazioni sul web.
Questa carenza può essere attribuita anche alla limitata copertura di rete nel paese. Il Digital Decade Report mostra che in Italia la diffusione della fibra ottica raggiunge il 59,6%, contro una media UE del 64%, mentre la copertura di reti fisse ad altissima capacità si ferma al 78,8%, dato comunque inferiore alla media europea.
Secondo l'Istat, nel 2024 il tasso di diffusione di Internet in Italia ha raggiunto l'86,2%, con una crescita di 2,5 punti percentuali rispetto all'anno precedente. La percentuale sale al 93,4% nelle famiglie con almeno un componente tra i 16 e i 74 anni, sostanzialmente in linea con la media europea (94,1%). Tuttavia, emerge un'importante correlazione tra il titolo di studio e l'accesso a internet: nelle famiglie con un titolo di studio massimo pari alla licenza media, solo il 65,3% ha accesso alla rete.
La trasformazione digitale delle imprese, in particolare delle piccole e medie (PMI), rappresenta un altro punto critico. Nel 2024, il 74% delle imprese europee aveva raggiunto almeno un livello base di intensità digitale, misurato tramite il Digital Intensity Index (DII), che valuta l'utilizzo di almeno 4 tecnologie digitali su 12 monitorate. In Italia, tuttavia, questo valore scende al 60%, lontano dalla media europea e ancora più distante dall'obiettivo UE di superare il 90% entro il 2030. Le PMI italiane, che costituiscono il cuore produttivo del paese, hanno pertanto molta strada da percorrere nella digitalizzazione.
L'uso del cloud computing è un ulteriore indicatore importante della digitalizzazione delle imprese. Nel 2023, il 45% delle imprese europee ha utilizzato servizi cloud, dato che sale al 78% nelle grandi aziende. Pur in assenza di dati specifici per l'Italia, è evidente come questa tecnologia resti prevalentemente diffusa nelle realtà aziendali maggiori, con le PMI spesso ostacolate da barriere economiche, culturali e infrastrutturali.
Per quanto riguarda gli acquisti effettuati online, nel 2024 il 77% degli utenti europei ha utilizzato internet per comprare beni o servizi, contro il 59% del 2014, registrando una crescita costante. L'Italia, invece, si colloca tra i paesi con la performance più modesta, con solo il 60% degli utenti internet che effettua acquisti digitali, accanto a Bulgaria e Romania. Ciò evidenzia la necessità di migliorare la fiducia e la dimestichezza degli italiani con i sistemi digitali di pagamento e intervenire su problemi strutturali come la qualità delle reti, l'accessibilità ai servizi e la sicurezza informatica.
Un altro aspetto significativo riguarda la presenza di specialisti ICT. L'Unione Europea punta a raggiungere almeno 20 milioni di specialisti ICT entro il 2030, favorendo un equilibrio tra uomini e donne. Nel 2024, gli specialisti ICT impiegati in Europa superavano i 10 milioni, pari al 5% della forza lavoro totale, con una netta prevalenza maschile (81% uomini contro 19% donne). L'Italia rimane distante dagli standard di paesi leader come Svezia (9%) e Finlandia (8%), indicando la necessità di interventi mirati nel sistema educativo e nelle politiche occupazionali.
La situazione attuale mostra chiaramente come l'Italia abbia ancora notevoli criticità sul fronte delle competenze digitali, della tecnologia e dell'uso efficace dei servizi digitali. Questo scenario è strettamente correlato a un altro problema strutturale del paese: la scarsa educazione finanziaria. È dunque cruciale intervenire sin dall'infanzia, potenziando significativamente la formazione sia digitale sia finanziaria, per preparare adeguatamente il paese alle sfide della società digitale.
Stiamo andando ancora troppo a rilento, ci vuole una bella svegliata. Sia di mentalità, che a livello infrastrutturale.
Alessandro
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